Borghezio e il neofascismo

«Bisogna rientrare nelle amministrazioni dei piccoli comuni, dovete insistere molto sull’aspetto regionalista del movimento», (…) «ci sono delle buone maniere per non essere etichettati come fascisti nostalgici, ma come un nuovo movimento regionale  e cattolico, ma sotto rimanere gli stessi

Che la Lega Nord affondi le proprie radici nel razzismo e nella xenofobia è chiaro a tutti, le posizioni intolleranti (e intollerabili) degli esponenti di spicco del partito costituiscono da sempre un validissimo biglietto da visita dell’ideologia sottesa al movimento. Difficilmente però avremmo pensato che a riconoscere l’analogia della Lega con il fascismo sarebbe stato proprio un noto esponente del partito.

Borghezio supera se stesso, e va oltre. Non si tratta solo di somiglianza con il regime, la materia alla base, secondo il politico, è esattamente la stessa. Soltanto che è mascherata  -ipocritamente- dei connotati regionali e cattolici. Non si vuole mica passare per fascisti nostalgici, eh.

Mi piacerebbe tanto che il sig. Borghezio giustificasse in Italia, in forma scritta, in televisione o su internet (meglio ancora) la “rivelazione” del video di cui sopra. A patto che ci sia una qualche giustificazione.

I leghisti stanno sdoganando il neo-fascismo -ci provano, quantomeno-, apriamo gli occhi.

Il Papa alle prese col «preserfatifo»

papaLe dichiarazioni del Papa, in visita nel continente nero, destano non poche preoccupazioni ai potenti di Francia e Germania, abbastanza lucidi, contrariamente ai capoccia italiani, da rendersi conto di quanto siano deleterie per la lotta alla malattia le posizioni retrograde del pontefice.

Il Papa non perde occasione per rendersi ridicolo. Così, tra un tentativo e l’altro di fare proseliti, il santo padre riesce a fare cattiva informazione: il messaggio trasmesso, parafrasando senza troppi fronzoli, è non usate il preservativo, astenetevi. Tuttavia, nel mondo reale, la battaglia contro le malattie venerie passa necessariamente dall’uso degli anticoncezionali. Non che astenersi non sia efficace, ma resistere alle normalissime pulsioni sessuali è una pretesa che nessuno può avere nei confronti del proprio corpo, figurarsi nei confronti di quello degli altri come nel caso di Pupatzinger.

Un metodo esiste, la sua efficacia è indiscussa, ma la ristrettezza mentale del pontefice e di tutti gli ecclesiastici  è tanta e tale che la soluzione più semplice si trasforma ai loro occhi in qualcosa che non solo non previene la malattia, ma addirittura la incoraggia. Come è possibile che l’utilizzo del preservativo possa aggravare la malattia non è chiaro a nessuno, probabilmente neanche a chi in testa, oltre che allo zuccotto bianco, dimostra di non avere assolutamente niente. E con tanto savoir-faire non ci risparmia da queste leggerezze.

La politica dello struzzo

struzzoNelle ultime dichiarazioni del premier in materia di crisi economica ricorre un’immagine caratteristica del mondo animale, quella dello struzzo. Non si offenda lo Struthio camelus, ma l’analogia con l’animale è pertinente. Come lo struzzo, atterrito da una minaccia, nasconde il cranio sotto la sabbia, così fa il Cavaliere, che evidentemente preferisce non vedere.

“La crisi è aspra? Preferisco non guardare, in fin dei conti questa crisi non è così grave.” Passi pure che creare allarmismo ha poco senso, ma minimizzare la crisi economica che il nostro Paese, e il mondo nel suo intero, sta vivendo è qualcosa che prescinde dalla soggettività dei punti di vista e sfiora la manipolazione della realtà. Le affermazioni del premier fanno sorridere.

La crisi è dura, riconoscerne la gravità è un atto dovuto di onestà intellettuale. La politica dello struzzo, l’opera di autoconvincimento che vede protagonista il Cavaliere stesso, fa l’esatto contrario. Il guaio è che a convincersi, oltre a Silvio e compagni di merenda, sono anche gli italiani. Gli stessi italiani che avranno un ricordo pallido di questa crisi, quando tra qualche anno saranno nuovamente chiamati alle urne.

Diversamente, se al governo ci fosse stata la sinistra, le televisioni del premier avrebbero sbandierato ai quattro venti l’insormontabile gravità della problematica. La situazione, in fin dei conti, non fa altro che denotare la penosa inadeguatezza del governo Berlusconi a far fronte a questo periodo di difficoltà. Più facile trincerarsi dietro i toni pacati e le affermazioni tranquillizzanti.

Dovrebbe far riflettere invece il significato originario della parola crisi, dal greco krisis, periodo negativo, fase di crescita. E proprio la crisi dovrebbe essere motivo di crescita per il nostro Paese, e occasione di cambiamento per sanare le problematiche dello stivale. Come consuetudine, il governo preferisce badare alla forma e non alla sostanza. E’ più semplice alleggerire la crisi sparando due stronzate che limitare le problematiche economiche facendo qualcosa di concreto.

Beppino Englaro? Un omicida

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Ipotesi di reato di omicidio aggravato. Con questa accusa, i nomi di Beppino Englaro, padre di Eluana, e dell’anestesista Amato De Monte insieme ad altre 12 persone tra membri dello staff medico e collaboratori dell’associazione Per Eluana, sono stati iscritti nel registro degli indagati alla procura di Udine.

A depositare l’esposto alla procura di Udine sono stati i membri del comitato Verità e vita. Il legale di famiglia Giuseppe Campeis non si dice sorpreso, un provvedimento simile era prevedibile in vista anche delle numerose minacce che il sig. Englaro ha ricevuto. Beppino Englaro non è preoccupato, essendosi mosso – dice lui stesso – nella legalità.

C’è del tragicomico nella vicenda. I membri del comitato Verità e vita, mossi dal rispetto della vita (a tutti i costi, ndr), non si fermano di fronte a nulla, neanche davanti al comprensibile dolore che la morte di Eluana ripropone nella vita dei coniugi Englaro. Rispetto della vita per il defunto, nessun rispetto invece per la vita di chi è rimasto.

Difficile commentare invece le dichiarazioni del cardinale Barragan, ministro vaticano della salute, che spreca un’ottima occasione per stare zitto. E’ meglio tacere e passare per stupidi che aprire bocca e fugare ogni dubbio, e il cardinale ha deciso di “fare chiarezza”. Dice «è un assassino» e continua «ha violato il quinto comandamento che dice di non uccidere» Qualcuno informi il cardinale circa la  laicità dello stato.

Occhio non vede, cuore non duole

folks1Distogliere l’attenzione degli italiani dalla crisi economica può dare, seppur momentaneamente, l’impressione che tutto vada per il meglio o quantomeno si svolga nei canoni dell’ordinario. Il principio che muove i mass media in questi mesi di crisi, non a caso, è quello che recita, attingendo dalla tradizione popolare, “occhio non vede, cuore non duole”.

Come fare a catalizzare l’interesse degli italiani altrove, lontano dalla crisi economica? Si crea un allarme, una serie di avvenimenti in grado di seminare il panico tra gli animi: emergenza stupri. Un’emergenza di questa natura, tuttavia, necessita di un capro espiatorio: lo straniero – nel dettaglio il romeno.

In Italia è il panico, la giustizia non funziona, gli stranieri vengono nel nostro paese con il chiaro ed unico intento di delinquere. La gravità della situazione è tale da costringere il governo ad interventi tempestivi: le strade devono riempirsi di militari, parallelamente all’accorta vigilanza delle ronde.

Non ci si rende conto, in realtà, mentre i telegiornali insinuano il germe della xenofobia, che il 60,9% degli stupratori sono italiani, e soltanto il 7,8% romeni (dati diffusi dal dipartimento della Pubblica sicurezza). Gli episodi di violenza sessuale sono diminuiti del 8,4% nel 2008. I telegiornali lo ignorano, lo stesso, per forza di cose, sono costretti a fare gli italiani poco avvezzi a navigare in internet.

E mentre in piazza gruppi di civili (armati solo di buona volontà, si spera) si mobilitano, per un momento ci si convince che il problema non sia nell’economia, e che la caccia al clandestino sia la panacea di tutti i mali. E mentre impugniamo torcia e forcone immaginari, siamo tutti, almeno in parte,sollevati dall’onere di un problema decisamente più grande. Come se, ignorare che siamo nella merda fino al collo, possa cambiare la realtà dei fatti. Chissà se l’eco dei manifestanti di Napoli che hanno bloccato il traffico autostradale raggiungerà, al di fuori dello spazio di Santoro, le nostre televisioni.

Veltroni, si è dimesso l’uomo sbagliato

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Una riflessione a freddo.  Le dimissioni di Walter Veltroni possono rattristare qualcuno ed entusiasmare, non senza una malcelata soddisfazione, qualcun altro. Tuttavia, a fronte della condanna a 4 anni e 6 mesi di David Mills, corrotto dalla Fininvest per testimoniare il falso nei processi in cui era coinvolto Silvio Berlusconi,  viene da pensare che a dimettersi dovrebbe essere stato proprio il premier.

Per quanto la magia anticostituzionale del Lodo Alfano riesca a tenere Silvio Berlusconi al sicuro da qualsiasi eventuale condanna, il fatto che Mills abbia ricevuto 600 mila dollari in nero per il favore reso a Silvio da Milano, sottintende che se Mills è stato corrotto deve necessariamente esserci un ‘corruttore’. Non riconoscere in quest’ultimo lo stesso Silvio Berlusconi, o chi per lui abbia prestato il proprio nome, è un atto tragicomico e squisitamente italiano.

Le conclusioni che il lettore dovrebbe trarne sono due: da una parte, gli avvenimenti recenti sono l’esempio lampante che nel ‘bel paese’  la legge non è più uguale per tutti e il presidente del consiglio ne è  di fatto immune; dall’altra, di fronte a queste gravissime evidenze, in uno Stato Democratico, il presidente del consiglio si sarebbe dimesso non sapendo più dove nascondere il volto per l’imbarazzo.

Eppure, privo di qualsivoglia senso del pudore, di fronte alla prova della sua disonestà e della sua noncuranza nei confronti della legge, il signor Berlusconi continua a rivestire la sua carica di presidente del consiglio, e senza provare vergogna, commenta con gaia soddisfazione le dimissioni del suo ‘rivale’.

A voi.


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